Giugno 1996 - numero 0 (n.ro unico in attesa di autorizzazione)
Associazione "Augusto per la vita" - Via De Amicis, 44 - 42017 NOVELLARA (RE)
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EMERGENCY

Ci sono grandi progetti per aiutare questa Associazione, ci riserviamo di parlarvene meglio nel prossimo numero, ma prima di chiudere vorrei dare la parola al Presidente di Emergency Teresa Sarti Strada che è statala prima a darci una speranza:"Caldo, zanzare, musica dei Nomadi, una mostra sulle guerre dimenticate e sulle mine antiuomo; un cocktail che quel giorno mi è sembrato bizzarro, ma destinato a diventare familiare e appassionante.Ero già stata invitata ad una iniziativa organizzata per Emergency,e quando ho chiesto da chi era nata l'idea, la risposta fu "Nomadi Fans Club". Oggi mi vergogno di essermi stupita, ma confesso che quel giorno la mia reazione fu "questa poi!"... Non li conoscevo, non potevo sapere quale straordinario mixage di entusiasmo, calore, impegno civile e simpatia facesse da pubblico (anzi no: da componente) dei concerti dei Nomadi. Ricordo di aver parlato, quel pomeriggio tra le zanzare, di mine antiuomo e di lenzuola che il giorno prima ci avevano chiesto dal Kurdistan i nostri infermieri e medici che stavano mettendo in funzione l'ospedale di Sulaimaniya. Qualche giorno dopo, alla sede milanese di Emergency è arrivatala Piera, con le lenzuola, appunto. Ed era ancora la voce dolcissima della Piera che mi invitava, a novembre, ad una iniziativa del fans Club Lago d'Orta, per informare e raccogliere fondi. Perchè i nostri straordin ariamici abbinano sempre le due cose, in modo del tutto semplice, come se fosse ovvio. Come a dire: prima facciamo informazione e cultura, perchè stimiamo la tua intelligenza, poi ti chiediamo di essere attivo, perchètu non vuoi stare alla finestra. E' il principio che avrei poi visto applicare in mille modi, anche attraverso bigliettini che arrivano sul palcoscenic odurante i concerti. Già perchè ormai nel calendario di Emergency erano entrati i concerti. Quella sera di novembre a Omegna, questa volta con molto vento e freddo, c'era anche la Rosanna (anzi, come si dice nella nostra sede di Milano: La Rosy? un mito). E con la Rosy non c'era bisogno di parole. Come ci fossimo conosciuti da sempre, come ci fosse stata anche lei intorno al nostro tavolo il giorno in cui abbiamo deciso di far nascere Emergency, per le vittime civili delle guerre. E ormai si era innescata una  reazione a catena: adesso i Fans Club erano anche quelli di Busto Arsizio, Biella, Gemona, Cormons. E poi "i ragazzi". Un giorno mi dicono "vieni sul palcoscenico che ti faccio conoscere i ragazzi e Dinelli". Beh,io non ho 15 anni, che danno il diritto di emozionarsi in queste occasioni,ma li avevo probabilmente allora, quando la musica e il messaggio forte dei Nomadi hanno segnato un punto di non ritorno. E allora mi sono comunque permessa di emozionarmi. E di pensare, con assoluta certezza, che anche attraverso loro avremmo potuto dire "basta" a tante cose: alle stragi di bambini, di donne, di civili che la guerra non l'hanno voluta; alle mine antiuomo che uccidono o amputano per decenni dopo la fine dei conflitti; all'ipocrisia di chi sa e finge di non sapere; agli affari sporchi di sangue di eleganti industriali nostrani. Vorrei dire un'altra cosa, anche se una sorta di pudore mi trattiene. Mancava una persona a questo nostro incontro, davvero importante, con i Nomadi e i loro fans, una persona che non abbiamo avuto la fortuna di conoscere da vicino, ma che sicuramente sarebbe stata con noi. Per questo mi sono commossa non poco quando abbiamo ricevuto dal Kurdistan Iracheno la fotografia di Soran, il primo ragazzino amputato da mina a cui abbiamo messo una protesi, che gioca a pallone con Gino nel cortile dell'Ospedale. E nella fotografia Gino indossa la maglietta con la faccia di Augusto".