dicembre 1998
Associazione "Augusto per la vita" - Via De Amicis, 44 - 42017 NOVELLARA (RE)
conto corrente postale 14395420


RISPONDE
ROBERTO "FREAK" ANTONI


Abbiamo ricevuto da Freak Antoni, in risposta alla nostra lettera, un suo scritto che ci prega di pubblicare. Per dovere di cronaca lo facciamo, anche se lui insiste monotonamente con un soliloquio che conosciamo già, e non ci risponde riguardo al commento sull’uscita di “In Italia erano i Nomadi”. Dal momento che lui usa spesso il termine “acritico” non vorremmo si fosse fossilizzato lì. Poi scusate, ma sentendolo spesso parlare di Augusto con toni entusiastici, ci chiediamo perché lo fa solamente ora; non ci risulta che precedentemente al ’92 abbia mai speso parole di stima nei confronti di un gruppo, amato soprattutto da Fans “acritici”. Speriamo questa sia l’ultima battuta di un dialogo sterile che lascia il tempo che trova, a noi piace lavorare in modo costruttivo.
Cara Rosanna Fantuzzi. Cari Fans dei Nomadi tutti. Gentili aderenti all’Associazione, “Augusto per la vita”, giochiamo a capirci, per favore. Lo dico una volta per tutte e vi scongiuro di ascoltarmi: io non mi sogno nemmeno lontanamente di criticare e/o contestare le vostre attività benefiche, i vostri sforzi nell’ambito del volontariato e della solidarietà!... Ma non e’ questo il punto cioè il nocciolo della discussione che io intendevo proporre nella rubrica “Musica”, allegato a “La Repubblica”. La mia polemica e’ un’altra: contesto la validità della proposta artistica (musicale e poetica ) dei cosiddetti “Nuovi Nomadi” o se si preferisce dei Nomadi di adesso, quelli guidati da Beppe Carletti. Li trovo modesti e mediocri, di sicuro non all’altezza (artistica) di un grande interprete come Augusto Daolio. Chiedo a loro di dimostrare pubblicamente, con le nuove canzoni, di possedere almeno un briciolo del carisma di Augusto, o altrimenti - proprio nel rispetto profondo della memoria di quest’ultimo- di avere l’umiltà - la consapevolezza - l’onestà di ritirarsi...O di cambiare il nome del gruppo! 0 si e’ in grado di regalare grandi e inedite emozioni di notevole qualità artistica, oppure forse, e’ meglio tenersi degli splendidi ricordi! Il trionfo popolare ( perdonate lo snobismo, ma sono sincero ) non mi sembra il miglior metro di giudizio per valutare l’arte e le proposte creative di un artista, quindi non mi impressionano le migliaia di Fans ( tanti critici e nostalgici ) che applaudono gli ultimi (speriamo) “Nomadi”! Perdonate la franchezza un po’ ruvida della mia esternazione. Io – lo confesso – sono geloso e invidioso del talento dei grandi artisti (Battisti, Buscaglione, Modugno (prima maniera), John Lennon, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Augusto Daolio (grande voce!!), Rino Gaetano, Carosone... e potrei continuare la lista!!), ma non provo nulla di fronte ai creativi modesti: mi bastano le mie mediocrità, che comunque non riesco a perdonarmi… Perché dunque dovrei tollerare quelle degli altri? Non nascondiamoci la verità: i Nomadi importanti, che resteranno nella storia della musica leggera italiana sono quelli degli anni 60 e 70, perché sapevano emozionare profondamente, sapevano comunicare, cioè veicolare concetti e sentimenti nella giusta proporzione. Beppe Carletti e soci di oggi non sono che una sfumatura, una nuance, un pallido ricordo di quella lunga stagione magica e fortunata! Come facciate a non sentirlo, per me resta un mistero… forse non ascoltate con le orecchie davvero aperte, o forse avete bisogno del contorno mistico-assistenzialista-del-buon-volontario per dare un senso alla cosa. Ma una cosa e’ l’arte, un’altra la beneficenza! Bisogna distinguere, e’ importante anzi fondamentale! E badate bene che non ce l’ho con Beppe Carletti perché io stesso, al suo posto, farei la stessa brutta figura, tale e quale, e sicuramente molto peggio. E’ un po’ come se i Beatles sopravvissuti tentassero di rimettere in piedi i Beatles senza John. Sarebbe patetico, volgare e perfino kitch! Nonostante il fatto che Paul Mc Cartney sia un cantante e un compositore al livello di John, i Beatles rimasti hanno avuto il buon gusto e la saggezza di non provarci nemmeno! Pensate che incubo per B. Carletti se voi i suoi Fans, un giorno gli chiedeste in coro di essere dignitosamente paragonabile alle cose migliori prodotte dai primi Nomadi! E non mi serve studiare la storia (dei Nomadi) per capire che i Nomadi di adesso producono canzoni dimenticabili e superflue a differenza di quelle che sappiamo. Rimango con i primi veri Nomadi di Augusto. De gustibus voi direte!
Roberto “Freak” Antoni