XVI TRIBUTO AD AUGUSTO
novellara 16/17 febbraio 2008

 




foto G.Bucaria

Come anticipato nell’ultima News letter il 17 febbraio durante il XVI Tributo ad Augusto, è stato consegnato il finanziamento alla Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro, l’assegno di 25.000 euro è il primo di due assegni che finanzieranno un ecografo vascolare destinato al reparto di Anestesia e Terapie Antalgiche.

Alleghiamo una nota informativa su questa apparecchiatura e della sua utilità inviataci dalla Fondazione stessa.
“La Divisione di Anestesia, Rianimazione, Terapia Antalgica e Cure Palliative presso l’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo potrà dotarsi, grazie al generoso contributo dell’Associazione Augusto per la Vita, di un ecografo portatile. Questo strumento verrà utilizzato prevalentemente per fini interventistici, cioè per eseguire velocemente e con la massima sicurezza biopsie, mettere piccole protesi, drenaggi e altri dispositivi in profondità.
A cosa serve l’ecografia?

L’ecografia è impiegata per indagini diagnostiche non dolorose, né fastidiose e del tutto innocue (non si serve di radiazioni come i raggi X), per osservare organi, diagnosticare molte malattie e seguirne nel tempo l’evoluzione. I moderni ecografi utilizzano una tecnica di real time, cioè di tempo reale. A differenza delle immagini statiche, cioè delle fotografie ferme, dei primordi, oggi sullo schermo scorre una sorta di film: si può, ad esempio, vedere l’inserimento di un ago in un tessuto o in un organo, osservare un muscolo che si contrae, l’intestino che si muove, il cuore riempirsi e vuotarsi e quindi studiare non solo la forma ma anche, seppure con dei limiti, il funzionamento.
Il nuovo ecografo portatile per gli anestesisti dell’IRCC di Candiolo
L’ecografo da acquistare offre un’altissima qualità delle immagini, con una risoluzione nitida e una chiara delineazione dei tessuti. Una migliore visualizzazione dei dettagli consente una migliore differenziazione di strutture, vasi e patologie e in sintesi di poter intervenire meglio sul paziente. Il peso di circa 3 chili lo rende facilmente trasportabile perché una volta chiuso è simile a un computer portatile. Con queste caratteristiche può essere utilizzato dalla sala operatoria al letto del paziente, garantendo anche una continuità terapeutica di altissimo livello nelle visite domiciliari.
L’adozione di una strumentazione avanzata come quella appena descritta potrà supportare e rendere più sicura e veloce l’esecuzione di un grande numero di procedure diagnostiche e terapeutiche.
Lo strumento, infatti, è provvisto di sonde specifiche che, permettendo il reperimento dei vasi sanguigni centrali e periferici, riduce al minimo il rischio di confondere vene e arterie e, grazie all’altissima definizione, di arrecare danni alle strutture vascolari al momento dell’inserzione di aghi, cannule e cateteri o del posizionamento sottocutaneo di piccoli dispositivi per l’infusione di farmaci chemioterapici e/o analgesici.
Inoltre, la stessa apparecchiatura garantisce l’individuazione dei nervi con una precisione tale da permette di risparmiare grandi concentrazioni di anestetici nel caso di blocchi di aree del corpo selezionate negli interventi invasivi di terapia antalgica. Ancora, come nel caso di versamenti addominali (ascite saccata o diffusa), lo strumento facilita e velocizza notevolmente l’applicazione di drenaggi e permette di minimizzare gli errori spesso seguiti da spiacevoli conseguenze come la perforazione dei visceri o della pleura (pneumotorace) in pneumologia.
Attualmente questa strumentazione è presente esclusivamente presso i centri clinici più specializzati, con esigenze particolari (come ad esempio in ambito pediatrico ed oncologico) e che si distinguono per il fatto di perseguire qualità ed eccellenza, garantendo cicli terapeutici d’avanguardia completi con una minore incidenza di rischi derivanti da procedure invasive, grazie all’impiego di apparecchiature mediche estremamente precise e moderne.
Un altro momento importante ed emozionante è stata la consegna del Premio Tributo ad Augusto a Roberto Vcchioni.


foto G.Bucaria